La mostra, a cura di Martina Campese, presenta al pubblico una serie di scatti inediti che affiancano un corpus di fotografie che hanno dato inizio al progetto fotografico “Da Dentro”.
Dal 2013 De Pieri ha iniziato a indagare il concetto di presenza/assenza creando una sorta di racconto autobiografico in cui la sua stessa immagine, sfuggente, evanescente e sfocata, riesce a tradurre uno status interiore e un lutto legato alla perdita di una persona cara.

Il mezzo fotografico diventa la penna di un “diario personale” che narra inizialmente la storia dell’artista le cui riflessioni si concentrano su sentimenti e sensazioni realmente vissuti, come la malattia, il distacco e la mancanza. La raccolta di fotografie si sviluppa successivamente e, tali sentimenti e sensazioni, diventano parte di un “diario universale” della vita la cui lettura è rivolta a tutti e in cui è possibile riconoscersi.

C’è un elemento costante nel progetto che ha assunto pian piano un significato preponderante di positività verso dell’esistenza, i fiori. Essi sono un tramite, accompagnano il gesto comune di addio e saluto, ma anche accadimenti positivi come la nascita, l’amore. Tuttavia sono l’estrema rappresentazione della brevità della vita, simboli di passaggi naturali e inevitabili. Presenti in forma decorativa, negli abiti e negli elementi d’arredo, i fiori sono elementi scenografici nella costruzione dell’inquadratura delle fotografie, tutte scattate all’interno dell’abitazione. L’elemento floreale è una costante non solo nel progetto “Da Dentro”, ma della maggior parte dell’attività artistica di Francesca De Pieri, la natura, infatti, pervade i suoi lavori.

La ricerca fotografica dell’artista si concentra principalmente sulla sovrapposizione fotografica e la produzione di immagini in doppia stampa. Il lavoro di sintetizzazione che viene presentato in questo progetto è frutto di un lungo percorso iniziato nel 2006 con le Memory Box_Father’s Life in cui sono rappresentati una serie di luoghi che conservano la memoria della presenza/assenza della figura paterna. La tecnica della sovrapposizione dell’immagine crea un effetto 3D immersivo
che accentua e amplia la sensazione della memoria e del ricordo.

Le fotografie di Francesca De Pieri indagano un tessuto interiore fatto di semplicità e quotidianità attraverso un linguaggio semplice ed esplicativo, capace di diventare universale poiché appartenente alla normalità della vita. Da Dentro mostra, con un’estetica calibrata, le capacità poetiche e profonde dell’artista.
Da Dentro è un progetto fotografico che narra di un lutto legato alla perdita di una persona cara, un diario personale in cui chiunque può riconoscersi.
I fiori in stoffa che appaiono come presenza tangibile in molte immagini, sono il filo conduttore della serie oltre che i primi che ho portato a mio padre nel luogo in cui si trova ora. I fiori però sono presenti anche indirettamente sui vestiti, sulle piastrelle e sulle coperte, creando un rimando simbolico e costante alla vita e alla sua brevità.
Il dolore, che compare forte all’inizio si va via via, col passare dei mesi e degli anni, placando, trasformandosi in un ricordo che mi accompagna quotidianamente.
Da Dentro, come accennavo, è un racconto fatto di memorie e narra il mio vivere il quotidiano, fatto di incontri, arrivederci e addii, ciò che accade nella vita di tutti noi.
Man mano che il tempo scorre, i fiori, da simbolo di lutto diventano rappresentazione di positività, rinascita ma anche malinconia. Le piante sono presenti in accadimenti positivi come la nascita di una nuova vita, di un amore... Ma ci accompagnano anche in avvenimenti negativi come l’ultimo saluto alla persona amata. I fiori sono quindi simbolo della vita per la loro splendida brevità e appaiono come dei narratori che la raccontano negli aspetti più intimi ed in cui ciascuno di noi può riconoscersi.

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